Sono strumenti che, come da nome, consentono una visione approfondita in ambienti bui e in situazione notturne, arrivando laddove l’occhio umano non riesce a vedere. Il loro è un meccanismo tecnologico che ovviamente deriva dal mondo militare, tecnologie sofisticate che come al solito col tempo si rendono disponibili anche per l’ambito consumer civile.
Dagli anni 30 ad oggi
Come molto spesso accade in ambito tecnologico, i visori notturni nacquero come strumento militare e furono utilizzati per la prima volta negli anni 30/40, durante la seconda guerra mondiale. Servivano a garantire ottimi risultati in combattimento, e naturalmente da quei tempi ad oggi si sono decisamente evoluti, arrivando anche nel mercato civile e venendo sempre più richiesti. Oggi abbiamo visori leggeri, portatili e assolutamente precisi.
I visori notturni intensificano la luce in un determinato luogo o a una determinata condizione, permettendo a chi li sfrutta di poter vedere bene o comunque in maniera sufficiente in situazioni di scarsa illuminazione, se non addirittura nella totale oscurità. L’evoluzione ha permesso la differenziazione di quattro modelli di visori, di cui due in commercio e due in fase di sperimentazione e fruibili solamente da militari e polizia – anche perché non sono economici.
Funzionamento avanzato
Come detto, nel mercato consumer attualmente sono disponibili due tipi di visori notturni: quelli che intensificano le immagini e quelli che permettono la visione con i raggi infrarossi. I primi funzionano, naturalmente, solamente se c’è una minima luce, va bene anche quella della luna o delle stelle. Sono dotati di un sensore molto preciso che cattura anche la pochissima luce presente (magari da una torcia o appunto dal cosmo) e la intensifica enormemente, consentendo la visione delle immagini.
I visori a infrarossi, invece, sono quelli più utilizzati nell’ambito della visione notturna di ultima generazione: consentono la visione nell’oscurità grazie a un raggio di luce infrarossa proiettata su un diodo illuminatore che si riflette sull’oggetto inquadrato e poi catturata nuovamente dal fotocatodo, un particolare sensore presente nello strumento rivestito di un fascio di fotoni. Il fotocatodo rilascia gli elettroni facendoli passare in un display al fosforo, che consente di vedere l’immagine nel tipico colore verde scuro. Naturalmente, più elettroni vengono prodotti più nitida
sarà l’immagine, e ciò dipende sia da quanta luce c’è sulla scena, sia anche dalla qualità del sensore.
I sensori di prima generazione – ancora oggi venduti, come modelli economici – hanno il difetto di avere le immagini sfocate sui bordi, e la luce ha una ridotta amplificazione (nelle successive generazioni con la nascita dei visori ad alta risoluzione l’immagine è migliorata, ma anche il prezzo è salito). Comunque quelli di prima generazione sono i più venduti grazie al prezzo accessibile e permettono comunque una buona visibilità, soprattutto nei primi cinquanta metri. Quelli di seconda generazione permettono visioni più chiare, dettagliate e fino a 600 metri di distanza. Infine i visori più recenti, di terza e quarta generazione, consentono una visione anche a diversi km di distanza e hanno prestazioni a dir poco eccellenti.
Tipologie sul mercato
Abbiamo detto che i modelli di visori fruibili dai civili sono due, che si dividono in quattro tipi differenti:
- Monoculari, che sono quelli più diffusi e sembrano piccoli cannocchiali. Sono perfetti in ogni situazioni, perché leggeri e facilmente portabili. Hanno uno zoom fino a 12x e consentono fotografia e riprese video.
- Binoculari: sono praticamente due monoculari accoppiati, più comodi e più precisi. Ma hanno anche un prezzo molto più elevato dei monoculari visto che sono fatti con il doppio del materiale.
- Modulari, molto più complessi dei primi due e formati da un visore monoculare base cui si possono applicare diversi accessori (i moduli appunto, da qui il nome) che rendono il visore più versatile e adatto a diversi scopi.
- Chiudiamo con i goggles, visori notturni che incrementano la luminosità dell’ambiente e sembrano degli occhiali. Sono molto comodi proprio per questo, perché lasciano le mani libere permettendo agilità e libertà di movimento.
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