Il mito greco nell’immaginario funerario etrusco

Anche se può apparir strano su molte casse delle urne cinerarie e dei sarcofagi prodotti tra il IV e il I secolo a.C. dagli Etruschi, vi sono raffigurati episodi e personaggi tratti dall’apparato mitologico greco che fungono da mezzo per affermare sia la virtù che ha caratterizzato il defunto, sia i valori fondamentali della comunità nel momento in cui la morte di un componente non fa che destare dolore, tristezza, malinconia.
Ciò è legato principalmente al fatto che ogni singolo individuo risulta importante per la comunità in un modo o in un altro e la sua morte può destare le stesse sensazioni che noi proviamo nel momento in cui un nostro familiare o un nostro amico viene a mancare.

Un patrimonio comune

Da questo senso di appartenenza nasce qualcosa di davvero affascinante anche in ambito funebre che, per quanto macabro, risulta adesso qualcosa che valga la pena osservare più da vicino e comprendere.
Spesso si ha la tendenza a considerare gli Etruschi come il popolo che si è ‘’preoccupato’’ di adottare l’arte greca, allora già ampiamente riconosciuta come qualcosa di unico, come un mezzo come un altro per decorare i propri monumenti e/o oggetti di vario tipo.
In realtà, gli Etruschi fecero tutt’altro che seguire pedissequamente l’arte greca, non si può infatti parlare di tendenza  all’accumulo e l’ostentazione di manufatti non realmente appartenenti all’immaginario collettivo.
Gli Etruschi furono infatti i primi a comprendere l’originalità che il mito greco portava con sé, permettendo in tal senso anche ai Romani di accedervi per altre vie, vie già rielaborate.
Il messaggio affidato al racconto mitico sembra prendere vita sulle urne cinerarie e sui sarcofagi prodotti in varie località, un modo per dare alla tumulazione (di cui si occupa l’azienda Verano Servizi) un volto che attualmente definiremmo storico.

Pratiche funerarie

Nell’Etruria meridionale il rito più diffuso era quello inumatorio, la produzione di sarcofagi in pietra ha infatti inizio solo intorno alla metà del IV secolo a.C.; nell’Etruria settentrionale, invece, è maggiormente diffusa la pratica incineratoria, i sarcofagi appaiono qui intorno al III secolo a.C.
Questo perché i sarcofagi erano destinati alle famiglie dei ceti più alti e di conseguenza benestanti e maggiormente influenti, oppure a coloro che fondavano le tombe.
Le scene figurate sulle casse hanno spesso lo scopo di idealizzare il defunto, un po’ come quello che facciamo oggi, tentando di ricordare di chi ci lascia solo ciò che lo rendeva speciale, ai nostri occhi irripetibile e dimenticando ciò che non apprezzavamo intrappolati nella routine.

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