Formazione post-laurea: perché specializzarsi conviene

In Italia l’esperienza universitaria talvolta può non concludersi al termine del percorso di laurea, triennale o magistrale che sia. In molti casi, infatti, viene intrapreso un ulteriore percorso di specializzazione, ma non solo. Oltre a questo, vi sono corsi di perfezionamento, master e dottorati di ricerca: tutti elementi a cui è possibile prendere parte solo dopo il conseguimento di almeno la laurea triennale (in alcuni casi, come il dottorato, è richiesta anche quella magistrale). Passiamo ora in rassegna alcune di queste principali tipologie.

I percorsi di specializzazione post laurea sono corsi universitari veri e propri, organizzati da atenei tradizionali o da enti telematici, come Unicusano. A conclusione di questo, lo studente riceve il cosiddetto “diploma di specializzazione”, a seconda di quale sia l’ambito scelto. Queste scuole di specializzazione afferiscono ad una pluralità differente di ambiti: si passa dall’area chirurgica a quella veterinaria, ma non manca il settore umanistico piuttosto che psicologico o legato alle professioni legali. Per quanto riguarda le specializzazioni mediche, l’accesso è a numero chiuso e previo superamento dell’esame annualmente proposto dal Ministero. Il test è previsto anche per le specializzazioni che riguardano l’ambito legale, in quel caso però la prova non è nazionale bensì locale, anche se il bando per l’apertura della scuola viene sancito a livello nazionale mediante decreto.

Oltre al percorso di specializzazione, esistono anche i cosiddetti master di I e II livello. Il caso italiano fa scuola a sé stante perché ha leggermente modificato la denominazione canonica presente nel mondo anglosassone. In Inghilterra, e in alcuni paesi come la Francia, la dicitura master’s degree equivale all’italiana laurea magistrale in quanto a livello di titolo di studio, creando non poca confusione negli studenti stranieri che si approcciano al sistema italiano, quando incontrano la dicitura master senza però avere nulla a che fare con il percorso magistrale. Il master di I livello è conseguibile dopo il percorso triennale mentre quello di II livello può essere intrapreso solo una volta conclusa la laurea magistrale.

Parlando però ora in termini di ritorno economico post laurea, risulta interessante chiedersi se un investimento come può essere quello legato al master sia utile ai fini di migliorare la propria RAL (cioè Retribuzione Annua Lorda). Analizzando lo studio condotto dall’Osservatorio JobPricing, si mettono a confronto le RAL medie a seconda del titolo di studio dei lavoratori. Il diploma di scuola professionale permette di arrivare ad una cifra annua pari a circa 27255 euro. La laurea triennale consente di fare un piccolo step in avanti, con una variazione che però non si può definire grande, permettendo di toccare quota 31139 euro all’anno. Con i titoli successivi si può invece sfondare il tetto dei 40mila annui. Il master di I livello consente di raggiungere i 43227 euro annui mentre con quello di II livello si arriva a poco meno di 50mila all’anno. In media, il salario di un lavoratore che è laureato (a prescindere che si tratti di triennale o magistrale) supera di quasi il 50% quello del lavoratore che non ha lo stesso percorso di studio.

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