Molti di voi, sebbene smaltiscano i rifiuti speciali correttamente attraverso ditte autorizzate, non sanno probabilmente cosa avviene ad un materiale come l’amianto dopo che l’ascia il luogo da cui è stato rimosso. Banalmente si potrebbe pensare che si possa rilasciare in discarica, ma in Italia solo 22 sono le discariche autorizzate ad accettare questo rifiuto e, solo 19, sono autorizzare in base all’ultimo rapporto Inail/Dipia. L’Italia, che è stata fino agli anni 90, una delle maggiori produttrici di amianto, è stata anche tra le primissime nazioni a bandirlo. Oggi, nella nostra nazione, i siti contaminati da amianto risultano ben 53.000 e la situazione si risolverà nel corso di un lungo periodo travagliato. Purtroppo la mappatura delle regioni, per registrare la presenza di amianto, è ancora in corso, ma la vera domanda è, cosa faranno dopo che avranno trovato altro amianto? Come lo smaltiranno?
Lo smaltimento effettivo
La procedura di rimozione e smaltimento dell’amianto deve essere svolta unicamente da ditte specializzate e, una tra le tante, opera a Roma sotto il nome di Novaecologica: Clicca qui se vuoi entrare in contatto con lei e vuoi che venga svolto un lavoro corretto nei confronti della tua zona urbana e del tuo pianeta. I passi svolti dagli operatori devono essere eseguiti nel massimo rispetto della sicurezza, dal momento che il materiale, se danneggiato o spostato, può rilasciare polveri dannose per l’organismo. I compiti delle ditte sono molto precisi e vengono elencati nei seguenti punti:
- Verificare la presenza di materiale pericoloso tramite un attento sopralluogo;
- Organizzare la documentazione per le autorizzazioni necessarie all’Asl, almeno 30 giorni prima che inizino i lavori;
- Incapsulare il materiale, coprendolo con prodotti penetranti o correttamente ricoprenti;
- bonificare le superfici circostanti, sulle quali il prodotto in amianto poggiava;
- rimuovere il prodotto per intero;
- smaltire definitivamente il prodotto in discarica tramite i giusti processi
Alternative all’amianto
Per sostituire un materiale compromettente come l’amianto, di per sé un materiale molto resistente, si è iniziato a produrre il fibrocemento ecologico. Creato nel 1994, subito dopo la regolamentazione per divieto di produzione dell’Eternit. Questo materiale alternativo andò a sostituire l’amianto con le fibre organiche, sintetiche e naturali, senza compromettere la salute dei polmoni di chi vi entrava in contatto. Il fibrocemento ecologico si presta a moltissimi impieghi nell’edilizia, come nella costruzione di coperture, ma anche serbatoi per l’acqua ed altro. Anche se questo nuovo materiale non ha una resistenza e una durata di vita pari a quella dell’amianto, riesce comunque a resistere senza problemi per 10 – 15 anni, garantendo una certa stabilità.