Arriva il Natale, ed io vi voglio suggerire un paio di libri: oggi vi parlo di Ci scusiamo per il disagio (Treni, pendolari e odissee tutte italiane), inchiesta dei giornalisti Gerardo Adinolfi (Repubblica) e Stefano Taglione (Il Tirreno).
I due giovanotti collaborano l’uno con Repubblica, l’altro con il Tirreno; Taglione inoltre gestisce il live tweeting #pendolaritoscana sul tirreno.it, e ogni tanto ci siamo pure incrociati.
Per scoprire e capire cosa non va nei nostri treni hanno pensato bene di “portare la croce”: si sono mossi sui treni regionali, Intercity e dell’Alta Velocità tra Calabria, Campania, Basilicata, Lazio, Marche, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte. Hanno cioè fatto come l’esercito dei pendolari, che si sveglia all’alba ogni mattina pronto a mettersi in viaggio e finisce per tornare a casa la sera stremato. In “Ci scusiamo per il disagio” troviamo tutto: dalle linee regionali tagliate in Piemonte ai minuti di vita persi in Lombardia. Dalla lotta contro le barriere architettoniche per i disabili partita in Toscana alle odissee dei viaggiatori in Campania fino al paradosso di Matera, città capitale europea della cultura 2019 ma senza stazione.
Quando ad esempio parlano della Toscana raccontano alcuni tra i peggiori disagi dei locali pendolari: gli “inchini” nel Valdarno, cioè i treni costretti a dare la precedenza agli AV sulla Direttissima Firenze-Roma; i viaggiatori della Faentina e del Mugello assuefatti alla «pausa caffé» come hanno ribattezzato la sosta di 7-8 minuti nella stazione di San Marco Vecchio nel quartiere della Cure a Firenze per dare la precedenza alle Frecce e agli Italo scintillanti e carenati. Oppure raccontano dei viaggiatori sul treno con gli ombrelli aperti per ripararsi dalle infiltrazioni di acqua, due anni fa sulla Lucca-Aulla. Mai la frase “Ci scusiamo per il disagio” diventa ironica come in casi come questi, no?
Un paragrafo è dedicato anche al progetto Media Etruria, la stazione Tav che dovrebbe sorgere in provincia di Arezzo e sulla quale ho intervistato il Governatore Enrico Rossi.
Hanno toccato con mano il divario di investimenti e performance fra treni ad Alta Velocità e regionali e analizzato i debiti che negli anni le Regioni hanno contratto con le aziende di trasporto, mentre i convogli si fanno sempre più vecchie per il disagio dei 2,77 milioni di pendolari dei treni italiani che ogni giorno si spostano su carrozze vecchie, sovraffollate e in ritardo.
E poi due storie italiane imbarazzanti da tanto che sono assurde. Urbino, Città Patrimonio dell’Umanità di 15mila abitanti a cui bisogna aggiungere oltre 13mila studenti dell’Università ed un esercito di turisti da tutto il mondo, non è più raggiungibile dal treno: ferrovia dismessa nel 2012. E, come dicevo all’inizio del post, Matera, città capitale europea della cultura 2019 ma senza stazione. A proposito di Matera: quando leggete il libro in quel punto, noterete che viene citato un certo blog che tratta di treni e stazioni
Buona vita, pendolari!
belliSsimoo !! da acquistare assolutamente, Un libro consolatorio, altro che “ci scusiamo per il disagio”
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esatto
già ordinato
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brava