Scusate se parlo della strage di Bologna quando non è il 2 agosto.
So che per questi eventi si usa parlarne nel giorno dell’anniversario e poi basta, fino all’anno seguente. Io quest’anno il 2 agosto ero troppo impegnato per scrivere e quindi pensavo di lasciare perdere. Ma ci sono date, o meglio, avvenimenti, particolari per me. Se in qualche modo li lasciassi cadere non mi sentirei in pace con la mia coscienza.
Uno è Bologna, e poi vi dirò perchè. Un altro è Viareggio, e se mi seguite non serve specificare il motivo. Poi ad esempio c’è il Moby Prince, che incredibilmente mi sembra sia stato cancellato dalla memoria collettiva degli italiani quando, sia per la tragedia che è avvenuta che per ciò che vi gira intorno, meriterebbe di essere conosciuta quanto Ustica. I Georgofili, poi, ed il Vajont. Tutti avvenimenti di cui in qualche maniera ho ricordi personali.
No, non sono così vecchio da ricordarmi del Vajont, se ve lo chiedeste. Solo che in una sera di moltissimi anni fa sentii da un amico i ricordi che la sua famiglia aveva, e ci sono immagini che non ho più dimenticato. Paolini, per dire, nel suo famoso monologo, cita esplicitamente il nonno del mio amico.
Esiste un Viola Club a Bolzano: non credo che siano in tantissimi. Io so chi è uno dei tifosi: oggi penso che sia sulla sessantina, allora era un carrozziere di poco più di vent’anni e non tifava Fiorentina. Aveva un amico molto caro e che allora era probabilmente l’unico tifoso Viola di tutta Bolzano. Non so il suo nome, ma so che il 2 agosto 1980 era in quella stazione per prendere un treno, credo per andare sulla Riviera Romagnola a fare strage di turiste tedesche: i vantaggi del bilinguismo erano e sono anche questi.
La storia ve la potete immaginare: non arrivò al mare, non tornò mai a Bolzano.
Da allora il carrozziere tifa Viola, perchè decise che a Bolzano qualcuno avrebbe continuato a sventolare la bandiera gigliata, visto che quel ragazzo era rimasto a Bologna. E ho sempre pensato sia uno dei modi più belli per onorare un amico che non c’è più.
Così se voi mi parlate di Bologna io ogni volta penso al babbo di A. ed è più forte di me.
Poi possiamo parlare di Fioravanti e la Mambro, dell’attendibilità di Izzo e della pista palestinese, dei depistaggi e di tantissime altre cose, e dare la colpa allo Stato, ai Servizi Deviati, agli Opposti Estremismi e “Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica eccetera, eccetera, eccetera…” come cantava Gaber.
Scusate se oggi che non è l’anniversario io vi parlo di Bologna.
Ma quell’orologio è fermo quindi forse, per qualcuno, è sempre il 2 agosto.
P.S.
Signor T. quest’anno forse non abbiamo uno squadrone, ed il calendario ci penalizza, ma Montella è bravo, no? Riprendiamoci la Coppa Italia!
clap clap clap
una bella storia che meritava di essere raccontata.
Bravo Bassa
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Grazie
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Sono arrivata qui dal post di oggi per la curiosità di capire cosa ti legasse a Bologna. Ho un groppo in gola.
E condivido con te la vicinanza per le stesse tragedie italiane, Viareggio in primis… Un giorno ti racconterò il perché.
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Grazie. Sarà per la teoria dei sei gradi di separazione, ma siamo tutti legati -purtroppo- a queste tragedie.
mi farà piacere, se me ne vorrai parlare